VINI BIANCHI

La Storia Del Vino Bianco Veneto 

I vini bianchi sono il fondamento della tradizione enologica di Breganze. Parliamo di tradizione perché il legame fra una terra e i suoi vini non è cosa che s’improvvisa, è il risultato di un processo  virtuoso in cui l’uomo e la natura lavorano armoniosamente fianco a fianco, un lento cammino che produce eccellenze solo se affonda le sue radici nei secoli. Le uve coltivate sui terreni breganzesi, incastonati fra l’Altopiano di Asiago e gli alvei di Astico e Brenta, si fecero apprezzare addirittura in epoca romana e trovarono la loro affermazione durante la Serenissima. La varietà a bacca bianca autoctona in cui s’identifica storicamente la produzione vinicola locale è la Vespaiola. Il nome va ricondotto al forte richiamo che attira le vespe verso il mosto prodotto con quest’uva, molto zuccherina e capace di sprigionare delicati rimandi floreali.

I veneziani, si diceva. In fatto di lusso e prelibatezze sapevano il fatto loro, e non a caso elessero il «bresparolo» (da brespa, forma dialettale di «vespa») fra le produzioni di spicco del territorio di loro giurisdizione. Ne donarono a profusione persino a Re Carlo V, giunto in da queste parti per incontrare Papa Clemente VII.

Il Vespaiolo è un vino fresco, di colore giallo paglierino con riflessi verdi, dotato di sentori floreali e fruttati e di una naturale acidità che si esaltano nel Torcolato, il passito ottenuto dall’invecchiamento dei grappoli. Ecco un altro «campione» delle cantine di Breganze. Il suo carico di fragranze, il suo gusto vellutato, ne fanno un unicum tra i vini da meditazione, capace di esaltarsi in compagnia di dolci secchi e formaggi erborinati. In onore al suo nobile passito, Breganze si agghinda a festa ogni anno per celebrare la Prima del Torcolato, un evento che sancisce la fine del periodo di appassimento dell’uva vespaiola e l’avvio della torchiatura

La coltivazione del Vespaiolo ha trovato a Breganze il suo contesto ideale grazie alle peculiarità dei suoi terreni di origine vulcanica e alluvionali, e al clima con estati calde ma non torride, elevate escursioni termiche e precipitazioni ben distribuite nell’anno. In virtù di queste particolari condizioni il disciplinare di origine controllata DOC Breganze, riconosciuto nel 1969, ha potuto ampliare la sua offerta con altri selezionati vini bianchi, tutti accomunati dalla raffinatezza olfattiva e dalla mineralità per cui sono apprezzati e sempre più richiesti anche a livello internazionale. Fra questi il Pinot Grigio e il Chardonnay.

Merito della terra e di chi la coltiva, di tutte le persone che si prodigano su questi colli d’incanto per trasformare la loro bellezza in bontà. Da queste parti il vino non è solo un comparto economico, è cultura, passione, ospitalità. E’un’arte che si alimenta di sapienza atavica e di innovazione, è rispetto e preservazione del paesaggio. E’ anche questo che rende unica Breganze, così come sono unici i vini che portano il suo nome nel mondo. 

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